Composizione metafisica che unisce suggestioni di De Chirico e Guttuso, affrontando il tema nucleare tra ricordi d’infanzia e riferimenti cinematografici. Dopo l’incidente di Chernobyl, nelle scuole circolavano racconti di verdure enormi coltivate negli orti dei nonni; vere o meno, quelle storie colpirono l’immaginario dell’artista. Sullo sfondo compare il grande fiammifero, simbolo dell’essere umano nel presente, collocato in un deserto ispirato ai paesaggi sconfinati dell’Australia, già usati dal regista George Miller per ambientare la saga di Mad Max in un mondo distopico post-apocalittico.
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