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ARMODIO: Opere in vendita
ARMODIO: Quotazione, Stima e Valutazioni Opere
Armodio, all’anagrafe Vilmore Schernardi, nasce a Piacenza nel 1938 e rappresenta una figura di spicco nell’arte contemporanea italiana. La sua formazione artistica si sviluppa in maniera inedita grazie all’incontro con Luciano Spazzali, che lo avvia a sperimentare in uno studio creativo insieme a Gustavo Foppiani e Carlo Bertè. Fin dai primi anni, Armodio si dedica al paesaggio, evolvendosi verso una figurazione ironica e trasgressiva: dalla sua prima personale del 1963 alla Galleria Genocchi di Piacenza, passando per esposizioni a Roma, Londra, New York e Bruxelles. Nel corso degli anni, il suo linguaggio visivo si trasforma – passando da rappresentazioni tradizionali a “ritratti immaginari”, nature morte surreali, simboli iconici come le “caffettiere” e il “libro” – che lo rendono apprezzato sia a livello nazionale che internazionale. La sua opera, presente in importanti collezioni private in Europa e negli USA, continua a sorprendere per la sua originalità e precisione.
La Galleria Orler custodisce in esclusiva molti pezzi riservati di questo innovativo maestro.
Armodio, all’anagrafe Vilmore Schernardi, nasce a Piacenza nel 1938 e incarna l’innovazione e la libertà espressiva dell’arte italiana post-bellica. La sua formazione non avviene nei tradizionali corsi d’arte, ma si radica nell’incontro decisivo con il pittore Luciano Spazzali, il cui studio diventa un laboratorio di sperimentazioni. Qui, insieme al mentore Gustavo Foppiani e al compagno di studio Carlo Bertè, Armodio inizia a costruire un percorso artistico fortemente personale, fatto di contaminazioni culturali, ironia e trasgressione giocosa.
La sua prima esposizione personale, nel 1963 alla Galleria Genocchi di Piacenza, segna l’inizio di una carriera che si espande rapidamente a livello internazionale. Nei suoi primi lavori, il paesaggio tradizionale si fonde con elementi inusuali: opere che includono uccellini meccanici, figure stilizzate che ricordano manichini e, successivamente, pupazzi e bambole grottesche – i cosiddetti “ritratti immaginari”. Queste immagini, cariche di un’ironia sottile, danno voce a una realtà trasformata in simboli visivi.
Negli anni ’60, un breve soggiorno a Londra e collaborazioni con l’americana Lily Shepley e la Galleria Forni di Bologna ampliano ulteriormente il suo orizzonte creativo. L’incontro nel 1972 con Philippe Guimiot, mercante d’arte di fama internazionale con sede a Bruxelles, porta le opere di Armodio nelle collezioni private più prestigiose in Europa e negli Stati Uniti. Durante questo periodo, il suo stile evolve: mentre inizialmente si concentra su composizioni paesaggistiche e nature morte, con il passare del tempo emergono elementi simbolici come le “caffettiere” e, poi, il “libro”, che diventa metafora di memoria e conoscenza.
La tecnica di Armodio è caratterizzata da una raffinata gestione del colore e della luce: le sue pennellate, decise e misurate, creano un equilibrio tra rigore formale e spontaneità espressiva. Le opere, sempre in evoluzione, rivelano una continua ricerca di nuovi linguaggi visivi, capaci di trasformare il quotidiano in arte attraverso l’ironia e la trasgressione.
Oggi, Armodio è riconosciuto come un innovatore capace di dialogare con le tendenze internazionali, mantenendo al contempo una forte identità locale. La Galleria Orler è orgogliosa di custodire in maniera riservata alcune opere uniche di questo artista, offrendo agli appassionati e collezionisti un’opportunità esclusiva per immergersi nel percorso creativo e nelle trasformazioni stilistiche che hanno reso Armodio un punto di riferimento nell’arte contemporanea. Scopri la sua eredità e lasciati ispirare dalla sua visione innovativa presso la Galleria Orler.
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