
ARMAN FERNANDEZ: Opere in vendita
ARMAN PIERRE FERNANDEZ: Quotazione, Stima e Valutazioni Opere
Armand Pierre Fernandez, noto come Arman Fernandez, nasce a Nizza il 17 novembre 1928 e si afferma come pioniere del Nouveau Réalisme. Dopo essersi laureato in filosofia e matematica, nel 1946 si iscrive all’École National des Arts Décoratifs di Nizza e, nel 1949, si trasferisce a Parigi per approfondire archeologia e arte orientale all’École du Louvre. Ritornato a Nizza nel 1953, comincia a lavorare in maniera astratta, collaborando con figure d’avanguardia come Yves Klein.
L’ispirazione per il suo percorso artistico si rafforza quando, nel 1954, rimane colpito dalle opere di Kurt Schwitters. Utilizzando timbri per ufficio, realizza i primi “Cachets”, esposti nel 1956 alla sua prima personale presso la Galerie du Haut-Pavé di Parigi. Nel 1958, un errore di stampa lo porta a omettere la “d” finale dal suo nome, segnando l’inizio di una nuova fase artistica. Quell’anno, sperimenta con gli “Allures d’objets”: impronte su carta di oggetti imbevuti nel colore a olio, che anticipano il passaggio dalla pittura alla scultura. Nel 1959, realizza le “Accumulations” – accumuli di oggetti d’uso comune – e le “Poubelles”, assemblaggi di scarti racchiusi in recipienti trasparenti.
Nel 1960, Fernandez firma il manifesto del Nouveau Réalisme, partecipando attivamente alle manifestazioni del gruppo. L’anno seguente segna il suo esordio internazionale: durante il suo primo viaggio a New York, tiene una personale alla Cordier-Warren Gallery e partecipa alla mostra “The Art of Assemblage” al Museum of Modern Art.
Negli anni ’60, la sua ricerca si evolve con progetti innovativi come i “Coupes” (oggetti tagliati), i “Colères” (oggetti danneggiati), le “Combustions” (oggetti bruciati) e le “Inclusioni” (oggetti immersi in resina trasparente). Le sue opere sono esposte in istituzioni prestigiose, come lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1964) e la Biennale di Venezia (1968).
Negli anni ’70, Fernandez amplia ulteriormente il suo linguaggio sperimentale, realizzando accumuli utilizzando materiali industriali come il calcestruzzo e componenti di autovetture fornite da Renault. Nei decenni successivi, lavora con tecniche e materiali diversi, portando a commissioni pubbliche di rilievo: il monumento bronzeo “A la République” (1984) al Palais de l’Elysée di Parigi e la monumentale “Espoir de Paix” (1995) a Beirut, realizzata con carri armati e cemento. Verso la fine degli anni novanta, Arman radicalizza la sua ricerca, dedicandosi a incisioni di grande formato e collaborando con poeti e scrittori.
Arman Fernandez, che ha continuato a esporre a livello internazionale fino alla sua scomparsa a New York il 22 ottobre 2005, ha lasciato un’eredità che unisce arte astratta e assemblage, trasformando oggetti quotidiani in potenti messaggi visivi. La Galleria Orler è orgogliosa di custodire in maniera riservata alcuni dei pezzi più significativi di questo innovativo artista, offrendo agli appassionati un’opportunità esclusiva per scoprire e ammirare il suo straordinario percorso creativo.
Per motivi legati alla riservatezza e al desiderio di mantenere inedite le immagini, non possiamo pubblicare le opere di Arman online. Tuttavia, abbiamo disponibili alcune sue opere:
Armand Pierre Fernandez, noto nel mondo dell’arte come Arman Fernandez, nasce a Nizza il 17 novembre 1928 e si afferma come una figura chiave del Nouveau Réalisme. Dopo essersi laureato in filosofia e matematica, nel 1946 inizia il suo percorso artistico iscrivendosi all’École National des Arts Décoratifs di Nizza. Nel 1949 si trasferisce a Parigi per approfondire archeologia e arte orientale all’École du Louvre, ampliando così il suo bagaglio culturale e aprendo nuove prospettive sul rapporto tra oggetto, segno e significato.
Dalle Origini all’Innovazione
Ritornato a Nizza nel 1953, Fernandez comincia a lavorare in maniera astratta, segnando il passaggio dal tradizionale all’innovativo. La sua esperienza parigina gli permette di instaurare rapporti con alcuni dei maggiori esponenti dell’avanguardia, tra cui Yves Klein, con cui collabora strettamente. Nel 1954, ispirato dalle opere di Kurt Schwitters in mostra a Parigi, l’artista inizia a sperimentare con timbri da ufficio, creando i primi “Cachets” – firme grafiche che rappresentano l’inizio di una ricerca verso l’assemblage e la decostruzione degli oggetti quotidiani.
L’Evoluzione Verso il Nouveau Réalisme
Nel 1958, a seguito di un imprevisto tipografico che lo porta a semplificare il proprio nome, Arman Fernandez compie un ulteriore passo evolutivo. Quell’anno vede la nascita degli “Allures d’objets”: impronte e tracce lasciate da oggetti imbevuti nel colore a olio, che anticipano la trasformazione della materia in segno. L’anno successivo, il suo interesse per la materialità si concretizza nelle prime sculture – le “Accumulations”, accumuli di oggetti d’uso comune, e le “Poubelles”, assemblaggi di scarti racchiusi in recipienti trasparenti. Queste opere segnano la definitiva rottura con la pittura tradizionale e costituiscono un manifesto visivo del Nouveau Réalisme, movimento che, nel 1960, Fernandez abbraccia firmando il manifesto del gruppo.
Esposizioni Internazionali e Sperimentazioni Anni '60
L’internazionalizzazione della sua carriera inizia nel 1961, con il suo debutto a New York: Arman tiene una personale presso la Cordier-Warren Gallery e partecipa alla mostra “The Art of Assemblage” al Museum of Modern Art, consolidando il suo status di innovatore. Durante gli anni ’60, il suo percorso artistico si espande con una serie di esperimenti che mettono in scena il concetto di oggetto trasformato. I “Coupes” vedono la luce con oggetti tagliati o segati, mentre i “Colères” propongono la rottura di oggetti danneggiati. Le “Combustions”, invece, sono opere in cui la bruciatura diventa tecnica espressiva, e le “Inclusioni” consistono nell’immersione di oggetti in resina di poliestere trasparente, creando un dialogo tra il tangibile e il trasparente. Queste sperimentazioni le hanno valso riconoscimenti importanti, con esposizioni di rilievo allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1964) e alla Biennale di Venezia (1968).
La Ricerca Materiale negli Anni '70 e Oltre
Negli anni ‘70, Fernandez amplia ulteriormente il suo linguaggio artistico utilizzando materiali industriali: accumuli realizzati con calcestruzzo e pezzi di autovetture, forniti dalla casa automobilistica Renault, evidenziano la sua capacità di trasformare oggetti comuni in opere monumentali. Nei decenni successivi, l’artista sperimenta con incisioni di grande formato e disegni, collaborando con poeti e scrittori per creare opere multidisciplinari che fondono arte visiva e letteratura. Importanti commissioni pubbliche, come il monumento bronzeo “A la République” (1984) al Palais de l’Elysée di Parigi e “Espoir de Paix” (1995) a Beirut – realizzato con un accumulo di carri armati e cemento – testimoniano il successo e l’impatto internazionale del suo lavoro.
Arman Fernandez ha lasciato un’eredità artistica profonda, caratterizzata da una continua ricerca di nuove forme espressive e da un costante dialogo tra il quotidiano e il sublime. La sua opera, che ha fatto scuola e ha influenzato generazioni di artisti, continua a essere oggetto di numerose mostre e studi critici.
La Galleria Orler è orgogliosa di custodire in maniera riservata alcuni dei pezzi più rappresentativi di Arman Fernandez, offrendo ai collezionisti e agli appassionati d’arte un’opportunità esclusiva di immergersi nel percorso innovativo di questo straordinario artista. Scopri la sua eredità artistica presso la nostra galleria e lasciati ispirare dalle sue opere che continuano a parlare di innovazione e sperimentazione.
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